Are We in the Metaverse Yet? si è chiesto il NY Times in un articolo a luglio 2021. Le stime sul mercato totale del metaverso vanno dai 5 ai 13 trilioni di dollari entro il 2030, con un totale di utenti pari a circa 5 miliardi. Abbiamo raccolto una serie di spunti da report autorevoli, McKinsey, Wunderman Thompson e Forrester Research, tendenze e previsioni che si riferiscono a un contesto globale
Matthew Ball, venture capitalist e saggista, descrive il metaverso non come un mondo virtuale o uno spazio, ma come una sorta di fase successiva di Internet mobile – un framework per una vita estremamente connessa. Non ci sarà nessun ‘Prima del metaverso’ e ‘Dopo il metaverso’, scrive. ‘Emergerà lentamente nel tempo man mano che diversi prodotti, servizi e capacità si integreranno e si fonderanno insieme‘.
The metaverse does not exist: così Edoardo Zavarella, Senior Consultant per Forrester, introduceva il suo intervento durante l’evento SCAI Storming Mondo virtuale, opportunità reali? L’enigma del metaverso alla prova del mercato. Non si tratta di una ‘rinuncia’ al mondo fisico, ma di uno strato tridimensionale dell’esperienza Internet, un layer che si aggiunge al percorso evolutivo della rete: dall’Internet 1D al mondo 2D social per giungere a una terza dimensione che genererà valore per le aziende solo se si riuscirà a definire l’interoperabilità tra le piattaforme, protocolli standard di trasferimenti di asset e identità digitali.
Questa fase interlocutoria viene confermata dalla lettura di dati, tendenze e previsioni raccolte nei report di McKinsey, Wunderman Thompson e Forrester Research: tendenze e previsioni che si riferiscono a un contesto globale. Soprattutto se si guarda nello specifico all’Italia, leggendo il Rapporto Anitec-Assinform Il Digitale in Italia 2022, rilasciato a giugno, è chiaro che siamo ancora in una fase embrionale per poter parlare di un vero e proprio mercato: tuttavia, è prevedibile anche sul nostro territorio la crescente diffusione di tecnologie come l’Augmented Reality, la Blockchain e le criptovalute che consentiranno di sfruttare le enormi potenzialità economiche legate al Metaverso.
Le stime sul mercato totale del metaverso vanno dai 5 ai 13 trilioni di dollari entro il 2030, con un totale di utenti pari a circa cinque miliardi.
Anche senza spingersi troppo avanti nelle previsioni, stanno già nascendo modelli di business (Direct-to-Avatar) nuovi mercati e nuove opportunità che avranno impatto sulla crescita di un’economia basata interamente sul digitale, ma fortemente ancorata alla realtà fisica.
Le Big Tech – da Epic Games a Google, da Apple a Microsoft, da TikTok a Facebook – hanno già da un paio d’anni annunciato pubblicamente i loro piani per costruire mondi metaverse e destinare una gran parte delle proprie risorse interne a dipartimenti dedicati a costruire spazi immersivi con VR e AR. A investire sono venture capital, private equity, start-up e marchi affermati di ogni settore, da Gucci a Coca Cola, da Visa a Ikea. Gli NFT hanno ormai conquistato il mondo dell’arte, con rinomate case d’asta come Christie’s e Sotheby’s che propongono capolavori digitali per decine di milioni di dollari.
Tre i fenomeni principali:
- l’accelerazione verso l’innovazione e la ricerca e sviluppo su tecnologie come realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR);
- la proliferazione delle piattaforme di gioco sociali e culturali, come spazi che vengono popolati da player di ogni settore;
- la corsa delle aziende a rivendicare un diritto al loro angolo del metaverso.
Il metaverso come prossima utility globale: un’economia dell’esperienza
In questo spazio onnicomprensivo sia virtuale che fisico in cui già gravitano commercio, istruzione, intrattenimento, costruzione di comunità, benessere, lavoro e altro ancora, vivremo probabilmente esperienze miste, complementari, accessibili anche tramite i dispositivi tradizionali (es. smartphone) e non solo dispositivi AR/VR, almeno nei primi tempi. Proprio per questo, senza un decisivo miglioramento delle infrastrutture (latenza, velocità di connessione più elevata, 5G) l’esperienza nel metaverso potrebbe non mantenere le sue promesse.
In questa fase restano aperte tante domande: come si realizzerà il bilanciamento tra il mondo fisico e un mondo virtuale che possa essere costruito come un ambiente sicuro, possibilmente secondo principi di responsabilità ed equità; come si riallineeranno i framework sulla privacy e sulla sicurezza.
“An interconnected and limitless virtual world”: definizioni del metaverso
Stiamo cercando di non definire il metaverso in modo così rigido da limitare l’immaginazione dei creatori, ricorda Yosuke Matsuda, CEO di Square Enix.
Definire l’indefinito: che cos’è il metaverso? Un insieme di piattaforme di gioco, spazi di vendite virtuali, uno strumento di formazione, un’aula o un ufficio digitale: la definizione del metaverso deve restare ancora fluida. Tutto ciò che sappiamo, è che è reale e potenzialmente rivoluzionario. Le definizioni proposte finora non vogliono esaurire l’argomento, ma aprire lo sguardo sugli scenari che si stanno delineando per il settore ICT e non solo.
Questi sono gli elementi caratterizzanti che si ritrovano in ogni lettura: identità, persistenza, connettività, immersività, interattività in tempo reale e partecipazione attiva dell’utente. Secondo il rapporto di Wunderman Thompson Into the metaverse (settembre 2021) 9 sono i key elements che dovrebbero caratterizzare il metaverso:
Persistente [continuità della vita online e offline]
Reattivo [ambiente virtuale che risponde in real time alle azioni degli utenti]
User-defined [posseduto e modellato dalle persone che lo vivono, si collegano, creano e partecipano]
Creativo [un catalizzatore per creatività e ispirazione, dove le persone si impegnano attivamente senza consumare passivamente]
Everyday [si intreccia perfettamente alle nostre attività quotidiane]
Social [un luogo di socializzazione, incontro, relazioni]
Decentralizzato
Interoperabile [esperienze, possedimenti e identità digitali dovrebbero restare invariati da piattaforma a piattaforma]
Limitless [non esiste un limite al numero di utenti, esperienze o mondi]
Se il 62% dei consumatori intervistati da McKinsey all’interno del Report Value creation in the Metaverse è entusiasta o molto entusiasta della possibilità di viaggiare nel metaverso, il metaverso va pensato come una rappresentazione digitale del mondo fisico ma anche un continuum di tempo e spazio. È là dove stai socializzando, conclude Kai Bond di Courtside Ventures. Il metaverso è solo un’estensione delle nostre vite fisiche nel regno digitale secondo Kerry Murphy, fondatore e CEO di The Fabricant. È un gemello digitale del nostro mondo, ma puoi attraversare infinite quantità di mondi per Leon Ng, founder e CEO di LNG Studios.
Siamo quindi di fronte alla nascita di un’economia digitale che si intreccerà con quella tradizionale senza sostituirla. Il Metaverso potrà coincidere con il Web3 – fatto di mondi virtuali come Decentraland, The Sandbox, Somnium Space o Cryptovoxels, ma non completamente: le esperienze immersive potrebbero essere sia centralizzate che decentralizzate, e anche le interazioni degli utenti e le forme di pagamento per gli scambi commerciali potranno coincidere in parte e non del tutto (si pensi alle analisi di Forrester Research contenute nel report The State of Metaverse e alla raccomandazione di non considerare le criptovalute come moneta esclusiva che prenderà necessariamente piede ovunque, in un mondo in cui i pagamenti digitali di moneta “classica” sono già molto semplici e familiari alla maggior parte degli utenti).
Metaverso: trend e previsioni
Per le aziende un dipartimento dedicato alla realtà virtuale inizia a diventare importante come una volta era avere un sito web, sviluppare un’app mobile o gestire i social media; questo il pensiero di Ryan Gill, CEO di Crucible, una delle agenzie più all’avanguardia sulle possibilità offerte dal metaverso in termini di creazione di identità digitali.
I consumatori stanno replicando le loro abitudini fisiche quotidiane nel regno virtuale, assegnando un valore crescente alle risorse digitali e dando vita a nuovi modelli di business direct-to-avatar (D2A) ed esigendo identità digitali iperrealistiche e sostenibili.
Già nel 2017, in The Proteus Effect, che raccoglie due studi sperimentali dello Stanford Human Interaction Lab, si osservava come le nostre autorappresentazioni digitali possano modificare il nostro comportamento in ambienti fisici, indipendentemente da come gli altri percepiscono il nostro avatar. Con oltre 4,6 miliardi di utenti Internet attivi in tutto il mondo impegnati in attività online le abitudini e le certezze delle nostre vite fisiche non solo si estendono al regno digitale, ma diventano più significative: ecco perché le maggiori aziende che creano avatar si stanno concentrando sullo sforzo di replicare dettagli complessi dei lineamenti di una persona, dalla carnagione alle rughe, dai capillari rotti alle cicatrici. Il fattore più incisivo sembra essere il realismo: per l’88% dei consumatori globali la loro identità online dovrebbe essere coerente con la loro etica e i loro valori nella vita reale (con particolare attenzione alla sostenibilità).
Il rapporto di Wunderman Thompson Into the metaverse (settembre 2021) esamina le aspettative dei consumatori e le implicazioni per marchi e aziende, insieme a ricerche originali, elementi distintivi del metaverso, case study e take away del marchio.
Il 93% dei consumatori globali concorda sul fatto che la tecnologia è il nostro futuro
Il 76% afferma che la propria vita quotidiana e le proprie attività dipendono dalla tecnologia – e oltre la metà (52%) afferma che la propria felicità dipende da questo
L’81% ritiene che la presenza dei brand in ambito digitale sia importante come quella degli store fisici
In Value creation in the metaverse, report rilasciato da McKinsey a giugno di quest’anno, si racconta l’impatto dei grandi cambiamenti tecnologici: tanta tecnologia che oggi diamo per scontata sembrava fantascienza 30 anni fa – basti ricordare che non avevamo il Wi-Fi fino al 1997. Il metaverso è oggi ancora in uno stato iniziale, con un’adozione attuale paragonabile a quella dell’intelligenza artificiale di 5 anni fa.
Tuttavia, il ritmo del suo sviluppo dipenderà da molte sfide: l’edge computing e la potenza di calcolo, la tecnologia 5G, ad esempio e da quattro fattori costitutivi:
- contenuti ed esperienze;
- piattaforme;
- infrastruttura e hardware (inclusi dispositivi e reti);
- abilitatori (meccanismi di pagamento, sicurezza).
Intorno a questi pilastri, McKinsey individua ben dieci “strati” di componenti che costituiscono la struttura fisica e operativa su cui si basano tutte le esperienze del metaverso: si va dagli abilitatori tecnologici di back-end (motori, blockchain e dispositivi hardware), alle piattaforme e ai mondi virtuali, fino allo sviluppo di standard e protocolli scalabili per consentire l’interoperabilità, al momento ancora limitata.
Corporation e venture capital hanno già investito più di 120 miliardi di dollari nel metaverso nei primi 5 mesi del 2022, più del doppio dei 57 miliardi di dollari investiti in tutto il 2021.
Ogni azienda deve tener conto che il metaverso potrebbe diventare un nuovo ecosistema che racchiude possedimenti digitali, relazioni e spazi sociali, dove si possano rispecchiare i valori nella vita reale e potrebbe cambiare per sempre il modo in cui i prodotti fisici vengono testati, fabbricati e venduti. Con lo sviluppo del metaverso, la collaborazione tra i marchi sarà essenziale.
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