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La gentilézza

Così semplice, eppure così difficile da praticare. Ecco una guida passo passo alla gentilezza quotidiana.

“Lodiamo gli altri quando se lo meritano, esprimiamo osservazioni in modo garbato, ma fermo e preciso, quando si richiedono correzioni”.

Ci avete mai fatto caso?

Con l’uso frequente, a volte superficiale, le parole sembrano impoverirsi, perdere la loro reale carica comunicativa. E con esse, sorprendentemente, sembra impoverirsi il concetto stesso del significato che racchiudono.
La gentilezza è una di queste: le è toccato in sorte di essere una parola di uso frequentissimo, con cui condire questo o quello. Soprattutto in ambito lavorativo. Oggi voglio fare chiarezza, e restituire alla parola – ma soprattutto al concetto – il peso che merita.

Vocabolario-Treccani

“gentilézza sostantivo femminile [der. di gentile1]. – 1. ant. Nobiltà, sia ereditaria sia (secondo l’interpretazione degli stilnovisti) acquisita con l’esercizio della virtù e con l’elevatezza dei sentimenti: prende amore in g. loco (Guinizzelli). 2. a. La qualità propria di chi è gentile, nei varî sign. dell’aggettivo: g. d’aspetto, g. di modi; e in senso morale: g. d’animo, di costumi, di sentimenti. Più com., amabilità, garbo, cortesia nel trattare con altri: persona di squisita g.; la sua innata g.; è di una g. rara, incomparabile; per g., formula di cortesia nel chiedere un favore, un’informazione e sim. b. Atto, espressione, modi gentili: fare una g., usare molte g., colmare di gentilezze; gli disse delle g.; trattare, accogliere con gran gentilézza. Spesso iron.: fammi la g. di levarti dai piedi; m’ha dato tutti questi epiteti e m’ha detto altre simili g. (cioè insolenze, impertinenze).”

Se ne parla un po’ di più negli ultimi tempi e tanti sono gli interventi ed i campi di azione. La gentilezza è spesso vista come il saper dire grazie o prego, essere cortesi, certo è anche questo ma non solo.
Viviamo in una società sempre più veloce, tutto corre, il tempo, noi stessi c’è frenesia, bisogna raggiungere il risultato, avere una buona performance… Ma talvolta nell’impeto della corsa perdiamo un pezzo: la capacità di mantenere quell’Umanità che ci distingue e che facilita le relazioni sia lavorative che interpersonali.
Mettiamo subito in chiaro una cosa: la gentilezza richiede impegno. Perché è, innanzitutto, attenzione agli altri, ma
anche a se stessi. L’impressione generale è che negli ultimi tempi si sia un po’ persa la capacità di “esercitarla”, ma è
altresì dimostrato che “agirla” fa bene, a noi stessi, agli altri, alla salute in generale. La gentilezza va oltre l’educazione.
Proviamo ad applicare il concetto in ambito lavorativo. Oggi si parla sempre più di leadership gentile ed è addirittura stato dedicato un convegno da Confindustria Abruzzo intitolato “Gentilezza: La qualità che trasforma la leadership”.
C’è chi pensa che siano concetti incompatibili, e invece è stato osservato che l’unione di autorevolezza e gentilezza ha
immediatamente un rimando positivo sul team. Provate a pensare: se vi chiedono una cosa in tono sgarbato come reagite?

Ora capovolgete il tutto: immaginate la stessa cosa, ma con un tono gentile e sorriso di accompagnamento. Scommetto che, per quanto oberati di lavoro, farete del vostro meglio per esaudire la richiesta. Ho ragione? Ecco allora che il leder gentile guida il proprio team alla buona perfomance, ma lo fa fornendo il giusto livello di supporto, alleggerendo lo stress e creando un buon clima.
Nei miei oltre 20 anni di lavoro con le persone, nei tanti colloqui fatti, nelle tante persone formate in ambito HR ho sempre cercato di trasmettere ai giovani recruiter il concetto che il biglietto da visita di sè stessi e dell’azienda è il primo saluto, la stretta di mano, il guardare negli occhi. Essere gentili è anche questo: saper ringraziare il candidato per il tempo che ci sta dedicando, ascoltarlo, comprenderlo, consigliarlo senza dimenticare che alla fine di quell’incontro-colloquio lui parlerà di noi e nel compiere una scelta lavorativa tra le tante proposte ricevute metterà tra i pro l’incontro con un selezionatore gentile, come plus. Perché la gentilezza è un modello da seguire e ha anche un forte potere “attrattivo” sulle persone, ben dispone al confronto, rende più umani, distende un ambiente teso come può essere una riunione con argomenti “critici”.
Un leader gentile incoraggia e sostiene il proprio team e mi permetto di aggiungere che anche il team sosterrà un leader gentile. Anche se c’è a chi riesce più naturale di altri, la gentilezza non è un tratto del carattere, ma un esercizio quotidiano. E come ogni esercizio, riesce meglio se si ha una traccia da seguire!
Allora non mi resta che stilare un piccolo vademecum lavorativo, che traduca le parole spese fino ad ora in suggerimenti concreti:

  1. Sorridiamo di più: il sorriso stimola il rilascio di endorfine, generando una sensazione concreta di piacere. Inoltre
    l’attività di particolari “neuroni specchio” del nostro cervello porterà chi lo riceve a sorridere a sua volta. Il sorriso è contagioso!
  2. Ascoltiamo attivamente: la comprensione è alla base del successo. Ascoltare non vuol dire sentire, significa invece prestare attenzione, accorgersi dell’altro.
  3. Lodiamo il lavoro degli altri: ciascuno di noi ha bisogno di sentirsi apprezzato e realizzato nel proprio lavoro. Un
    complimento al momento giusto può fare la differenza, innescando i meccanismi psicofisici della gratificazione.
  4. Sosteniamo le persone e le loro idee: anche quando un’idea non ci sembra la migliore, supportiamo il processo che l’ha generata, per non scoraggiare la proattività.
  5. Trattiamo le persone con rispetto: come scriveva Sciascia “Rispetta il prossimo tuo come te stesso, e anche qualcosa di più”; aggiungo che solo chi rispetta gli altri è in grado di essere rispettato.
  6. Siamo attenti allo stato d’animo degli altri (colleghi, team etc): gentilezza e attenzione venno sempre in coppia.
    Essere gentili è prima di tutto accorgersi dell’altro.
  7. Interroghiamoci sul nostro modo di agire e su quanto questo influisca in modo positivo o meno sull’ambiente di
    lavoro e sul team.

“Ovunque ci sia un essere umano vi è la possibilità per una gentilézza”.

Seneca

Cosa aspettate allora? Siate gentili!

Key Contact
Barbara Grossi – Corporate Training Manager
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